I grassi trans sono tra gli elementi più dannosi presenti negli alimenti industriali. Si tratta di grassi insaturi modificati attraverso un processo chimico chiamato idrogenazione, che ne altera la struttura molecolare rendendoli più stabili e aumentando la conservabilità dei prodotti. Tuttavia, questa alterazione ha conseguenze negative per la salute, poiché i grassi trans sono associati a un aumento del colesterolo LDL (quello “cattivo”) e a una riduzione dell’HDL (quello “buono”), oltre a favorire l’infiammazione e il rischio di malattie cardiovascolari.
Evitare questi grassi è essenziale per proteggere il cuore e il metabolismo, ma riconoscerli nelle etichette alimentari può essere più complesso di quanto sembri. Le aziende non sempre li dichiarano in modo esplicito, rendendo necessaria un’attenta lettura degli ingredienti e dei valori nutrizionali.
Dove si trovano i grassi trans
I grassi trans si trovano principalmente in prodotti ultra-processati, come margarine, snack confezionati, biscotti, prodotti da forno industriali, fritture e piatti pronti. Sono spesso usati per migliorare la consistenza e la stabilità degli alimenti, poiché resistono meglio all’ossidazione rispetto ad altri grassi. Questo li rende ideali per le industrie alimentari, ma nocivi per chi li consuma regolarmente.
Le catene di fast food li utilizzano per friggere patatine e altri cibi, poiché l’olio idrogenato può essere riutilizzato più volte senza degradarsi rapidamente. Anche alcune creme spalmabili e surgelati possono contenerli, spesso nascosti dietro diciture poco chiare.
Come leggere le etichette alimentari per individuarli
Uno dei metodi più efficaci per riconoscere i grassi trans è analizzare l’elenco degli ingredienti. Anche se la dicitura “grassi trans” non compare esplicitamente, possono essere indicati con termini alternativi.
Se trovi diciture come “oli vegetali idrogenati” o “parzialmente idrogenati”, significa che il prodotto contiene grassi trans. L’idrogenazione completa, invece, produce un grasso saturo senza grassi trans, ma il termine “idrogenato” senza specificazioni indica comunque la possibilità della loro presenza.
La tabella dei valori nutrizionali può fornire ulteriori indizi. In alcuni paesi è obbligatorio indicare la quantità di grassi trans per porzione, ma spesso, se il valore è inferiore a 0,5 grammi per porzione, il produttore può dichiararlo come “0 grammi di grassi trans”, anche se in realtà il prodotto ne contiene piccole quantità. Questo trucco induce i consumatori a pensare che l’alimento sia privo di grassi trans, quando in realtà, consumando più porzioni, se ne assume una quantità significativa.
Come ridurre o evitare i grassi trans
Per ridurre il consumo di grassi trans, è consigliabile privilegiare alimenti freschi e non trasformati, evitando il più possibile prodotti confezionati e fast food. Preparare in casa dolci e prodotti da forno permette di controllare la qualità degli ingredienti ed eliminare i grassi dannosi dalla propria dieta.
Scegliere oli vegetali naturali, come olio extravergine d’oliva, olio di cocco e burro chiarificato, aiuta a evitare il rischio di incorrere in grassi idrogenati. Anche le alternative salutari per gli snack, come frutta secca e yogurt naturale, possono sostituire merendine e biscotti industriali ricchi di grassi trans.
Verificare le certificazioni di qualità e le etichette “senza grassi idrogenati” può essere utile, ma l’unico modo per essere certi della loro assenza è leggere attentamente la lista degli ingredienti, evitando qualsiasi riferimento a oli idrogenati o parzialmente idrogenati.
I grassi trans sono un pericolo nascosto in molti alimenti di largo consumo. La loro capacità di aumentare il rischio cardiovascolare e di promuovere l’infiammazione li rende tra i peggiori nemici della salute. Leggere attentamente le etichette alimentari e riconoscere i termini che li indicano è fondamentale per fare scelte più consapevoli e proteggere il proprio benessere.
Sostituire i prodotti industriali con alternative più naturali e prestare attenzione agli ingredienti permette di ridurre drasticamente l’assunzione di questi grassi nocivi, migliorando la qualità della dieta e prevenendo problemi di salute a lungo termine.